Chi è Zoe?
ACCADEMIA DI RECITAZIONE TEATRALE E ARTE PERFORMATIVA
In greco ci sono due parole per indicare la vita. Bios indica la singola esistenza individuale, come la mia vita, quella di ciascuna delle persone che stanno leggendo, di ciascun animale, ciascuna pianta, ecc. Da questa parola è ad esempio derivato il termine biodiversità che indica la diversità di specie presenti sulla terra o in un certo ecosistema. L’altra parola è zoè. Zoè indica la vita che continua al di là della mia esistenza individuale, i miei geni che continuano la vita su questa terra nei miei discendenti, il principio vitale che si trasmette di generazione in generazione, che è presente in ogni essere vivente di specie diversa, che continua nonostante la mostra morte e sempre rispunta quando tutto sembra essere distrutto, sono i mammiferi sopravvissuti ai dinosauri, è la ginestra che spunta sul Vesuvio dopo un’eruzione. È la Vita con la V maiuscola. I nomi di biologia (che in realtà dovrebbe chiamarsi zoologia in quanto studia tutti gli esseri viventi) e zoologia (che studia gli animali) sono stati attribuiti in modo errato. La zoè è la manifestazione propria dell’archetipo di Dioniso, dio della vita e della morte, della morte che nasce dalla vita, in quanto tutti dobbiamo morire, e della vita che nasce dalla morte, perché, affinché ci sia la vita è necessaria la morte. Molte divinità importanti nella loro mitologia vengono uccise e in seguito rinascono simboleggiando la vita che continua, Osiride, Dioniso, Odino e Gesù. La zoè è la necessità di smembrarsi per poi ricostruirsi in modo nuovo e più funzionale, è la necessità di abbandonare qualcosa per poi rinascere a nuova vita. È una descrizione del processo creativo, non solo teatrale, ma quello che avviene in tutte le arti e anche a livello scientifico, che tiene conto della necessità di perdersi, di andare a indagare le profondità insondabili della nostra anima per poi riportare a casa qualcosa di nuovo e di diverso da inserire nella nostra creazione.